MASI IN..VISIBILI
Il Teatro ri..scopre la Val di Cembra
Agosto 2010

Da un'idea di Sorgente '90 e Piccolo Parallelo



Un festival che pur andando a ripescare nella propria memoria non si propone come discorso superficiale di rievocazione storica, né teatro da oratorio o dialettale e neanche un insieme di nomi o spettacoli importanti che hanno già adeguato spazio nella scena regionale.
E' un ragionamento complessivo sull'Uomo e le sue complessità, in un dialogo aperto con la memoria collettiva.


IDEAZIONE . SORGENTE 90 — PICCOLO PARALLELO CECCHI/ZAPPALAGLIO

SERGIO PAOLAZZI — ENZO G.CECCHI


REALIZZAZIONE : PICCOLO PARALLELO CECCHI/ZAPPALAGLIO

ORGANIZZAZIONE : SORGENTE '90


e con la partecipazione di: FILODRAMMATICA S. MARTINO DI FORNACE — TRENTO SPETTACOLI


Progetto realizzato grazie al contributo:

Comunità Valle di Cembra

Cassa Rurale di Giovo

Consorzio dei Comuni BIM Adige



Maso Pianaci Sover lunedì 9 agosto

Mas da Vac Cembra mercoledì 18 agosto

Sot Lona Lona-Lases martedì 24 agosto


MARTÈN

testo: Enzo G. Cecchi

regia: Cecchi/Zappalaglio

produzione: Sorgente '90

attori: Herman Lorenzi, Fabio Sacco, Michele Dallagiacoma


«Martèn è il soprannome del capostipite di una famiglia di contadini. Dopo alcuni anni di separazione tre fratelli si ritrovano per una notte nella casa natale dove il più anziano che li ha convocati continua ostinatamente ad abitare. È la notte che precede il matrimonio del più giovane, Andrea che vuole ritornare al paese e viverci con la futura moglie. Alessandro detto Ciandri è il fratello di mezzo. Era uscito di casa dopo la morte della madre e di lui non si era saputo più nulla. Francesco il più anziano detto Cesco sente il ruolo di "pater familae", ha comperato la vecchia casa dove erano nati ed è contadino. Aspetta i fratelli e vuole festeggiare. Questi tre fratelli sono tre persone isolate, indurite dalla vita e corazzate di orgoglio che né gli affetti né scontri riescono a scalfire».

"Martèn" è nato come spettacolo 20 anni fa e dopo un notevole successo a livello nazionale era stato presentato a Faver nel 1991 nell'ambito di alcune serate dedicate alla memoria del paese e interpretato da attori della valle.



Cava di Porfido Albiano giovedì 26 e venerdì 27 agosto


IL POEMA DI GILGAMESH

testo: Enzo G. Cecchi

regia: Cecchi/Zappalaglio

produzione: sorgente '90

guida: Enzo G. Cecchi, Marco Zappalaglio, Sergio Paolazzi

attori: Giovanni Gallorini, Martino Valentini, Consuelo Ferrari, Michele Dallagiacoma, Herman Lorenzi, Aurora Eccli, Tatiana Nardin, Valentina Beltrami


Gilgamesh, è un personaggio della mitologia sumera. Le sue vicende, che riportano antiche leggende sumeriche, sono raccontate nel primo poema epico dell'umanità, denominato appunto il Poema o Epopea di Gilgamesh.

Gilgamesh, semidio regna sulla città di Uruk. Per contrastare il suo potere gli dei decidono di creare Enkidu, quasi a sua immagine e somiglianza. Un altro semidio che dopo sette giorni e sette notti con la prostituta sacra, diventa uomo. Dopo uno scontro violento, nasce una amicizia fortissima fra Gilgamesh ed Enkidu. Dopo una serie di viaggi, di peripezie e sogni premonitori, Enkidu capisce che dovrà morire. La dea Inanna si invaghisce di Gilgamesh, ma viene rifiutata e decide di vendicarsi, ma anche qua verrà sconfitta. Ma il prezzo che Gilgamesh dovrà pagare, sarà la morte dell'amico. Dopo la morte di Enkidu, Gilgamesh si dispera ed inizia un lungo e faticoso peregrinare alla ricerca della conoscenza e dell'immortalità. Non trova nulla se non una pianta che potrebbe dare giovinezza, ma questa pianta viene mangiata da un serpente. Sconfitto e senza nessuna risposta Gilgamesh se ne ritorna ad Uruk e anche lui, pur in vecchissima età sarà destinato alla morte.

Lo spettacolo inizialmente è stato realizzato per essere replicato in notturna dentro e attraverso i boschi del parco Oglio Nord e dentro attraverso il fiume Oglio. Notevole afflusso di gente e critiche entusiasmanti. La particolarità dello spettacolo è un coinvolgimento diretto del pubblico al "rito". Si parla di vita, di morte e delle inquietudini dell'uomo. In compenetrazione con la grandiosità del paesaggio. Per il festival "Masi Invisibili" intendiamo mantenere alcuni elementi di coinvolgimento del pubblico: prima di iniziare il percorso il pubblico dovrà buttare sul fuoco e bruciare un proprio indumento e coprirsi di un manto bianco, sarà obbligato al silenzio, gli verranno lavate le mani, dovrà portare un fiore e un sasso da lasciare durante il percorso. Avrà alcuni momenti di isolamento per dedicare un pensiero ad una persona cara.



Dos de S. Florian Giovo venerdì 20 agosto

Cava Lisignago domenica 22 agosto


L'UOMO CHE CORREVA TRA LE NUVOLE

testo: Enzo G. Cecchi — Sergio Paolazzi

drammaturgia e regia: Enzo G. Cecchi

produzione: Sorgente '90

letture scelte da Marco Zappalaglio — Sergio Paolazzi

suoni e musiche: Stefano Nardon Babol

costumi e scenografia: Enzo G. Cecchi — Sergio Paolazzi

con: Sergio Paolazzi, Marco Zappalaglio, Stefano Nardon Babol


All'inizio doveva chiamarsi "il padrone della valle" e doveva essere un racconto, poi è nata l'idea di uno spettacolo a tutto tondo che voleva raccontare in maniera inusuale la valle di Cembra e l'anima di un popolo, ma anche andare oltre. E lo abbiamo chiamato "l'uomo che correva tra le nuvole". L'uomo della valle che ha bisogno di andare in cima alle proprie montagne per vedere cosa ci può essere oltre. L'uomo che corre, non per fuga, ma immaginando il proprio presente alla ricerca di un passato sedimentato nel cuore e nella memoria. Un uomo con la fatica nelle gambe ma attorniato dalla leggerezza e dalla poesia delle nuvole. Un uomo che vorrebbe salire sempre più in alto consapevole che oltre le montagne e le nuvole, non può arrivare. Il tutto con leggerezza, con ironia a volte, con commozione a volte. Nessuna facciata da cartolina, abbiamo scavato per quel che si poteva, si parla di montagne, di valle, perchè vogliamo parlare di anima. In scena, una scena circolare quasi un luogo sacro, tre personaggi. Un attore, Marco Zappalaglio, il rito. Le sue letture partono da descrizioni di ambienti della valle per finire a pagine di letteratura e poesia alta. Un musicista, Stefano Nardon Babol, il mistero e la voglia di volare. Tutti e due figure officianti che alla fine si scoprirà essere angeli. Un attore/non attore, Sergio Paolazzi, che inizierà il racconto proprio come Sergio Paolazzi per diventare poi nel corso della serata un personaggio altro, una sorta di om selvadech che sprofonderà nel buio della notte. La scena tanti fuochi continuamente alimentati e un cerchio che prenderà fuoco pure lui per lasciarci il ricordo, non del rimpianto, ma della poesia



Maso sotto Valda o Grumes mercoledì 11 agosto


VIAGIO DE SOL ANDATA

testo e regia: Dino Caresia

Filodrammatica S. Martino (Fornace Tn)


Non ho passato, non ho futuro.

Se resto qui c'è un andare nel mio restare,

se vado là c'è un restare nel mio andare.

Non rivendico nessuna appartenenza,

tranne quella al mondo degli esseri viventi

con il diritto di affondare le radici.


"Viagio de sol andata" è un viaggio nella memoria, è un viaggio attraverso i sogni e le speranze di gente contadina, semplice e umile che alla fine dell'800 lasciò in massa la terra trentina martoriata dalla crisi economica, dalle continue guerre, dalle terribili alluvioni del 1882 e 1885. Interi paesi si spopolarono: decine, centinaia, migliaia di persone, intere famiglie partirono: fu una vera epopoea. " Partire per l'America" significava terra, libertà, emancipazione e forse ricchezza, voleva dire soprattutto un taglio netto con gli stenti e le privazioni.

E' la storia di sogni infranti e realizzati, di speranze di sofferenze, di vittorie. E' un tributo ai nostri immigrati, fra cui magari anche i nostri nonni, da troppo tempo dimenticati, che con tenacia ed abnegazione vinsero non solo le insidie delle foreste brasiliane, ma anche le differenze e le diffidenze, e seppero farsi rispettare con il loro duro lavoro. Ma è specialmente un tributo a quelli che non sono mai arrivati là dove sognavano.



Bait da Cantilaga Segonzano/Faver 14 agosto


CERCASI ULISSE DISPERATAMENTE ...
quando Penelope non tesseva la tela

Spettacolo Teatral-Musical-Cabarettistico vagamente ispirato all'Odissea
con Maura Pettorruso nel ruolo di Penelope


Un'esilarante rilettura umoristica delle avventure di Ulisse. Penelope ri-adatta, colorisce, ribalta, sdrammatizza e ironizza sulle avventure "eroiche" del marito. E ciò che sembrava un viaggio del divin condottiero alla ricerca della conoscenza, si trasforma in una serie di scoperte "amorose", trovate commerciali e gossip da parrucchiera.

La maga Circe, Nausicaa, Calipso, le sirene diventano "tutte le donne abbindolate da quel farfallone ... " in giro per il mondo, sì, ma non certo per scopi esattamente ... eroici!

Ulisse ne viene fuori dipinto di tinte "scolorite": l'eroe è un bugiardo, traditore, megalomane. E Penelope parla di sé "vent'anni chiusa in casa senza la compagnia di un ... uomo", di quel buono a nulla viziato e lagnoso di suo figlio Telemaco, dei Proci giunti da tutta la Grecia per allietare la sua lunga l'attesa, delle ancelle alle prese con il gossip più spudorato. Insomma un'Odissea rivestita di rosa shocking!! Il tutto reso ancora più esilarante dall'introduzione di canzoni (sia registrate sia cantate dal vivo) della tradizione pop italiana, da Battisti a Mina, passando per Luca Carboni.



Domenica 29 agosto (ritrovo ore 07,30)


CAMMINATA SULL'AVISIO: escursione guidata lungo il corso del torrente con arrivo in un maso dell'alta valle.



Tutti gli spettacoli iniziano alle 20.00 con il percorso a piedi per raggiungere il luogo indicato


Informazioni: info@sorgente90.it

http://masiinvisibili.blogspot.com/







Piccolo Parallelo