sabato 13 ottobre 2007
APERTURA DELLA 20a STAGIONE TEATRALE
Presso il Teatro dalle ore 17
ANNULLO FILATELICO
Sarà presente Poste Italiane che timbrerà la cartolina celebrativa con lo speciale
annullo predisposto a ricordo della 20a stagione teatrale
In collaborazione con il Circolo Filatelico Numismatico Cremasco.
MOSTRA DI CARTOLINE E PROGRAMMI
delle 19 Stagioni passate a cura di Leonardo Ferrari
ore 21,15
PRESENTAZIONE DELLA STAGIONE
saluto delle autorità, brani in video degli spettacoli in programma
TEATRO TASCABILE DI BERGAMO
Con Suoni e con Canti
In scena attori, al contempo cantori e musicisti, che presentano le vicende alterne dell'esistenza attraverso un repertorio musicale dei canti popolari italiani dalla Lombardia alla Sicilia. Un teatro musicale che attinge alla ricchezza della tradizione italiana del canto popolare.
in chiusura
brindisi e gustosità
INGRESSO GRATUITO
sabato 20 ottobre
COMPAGNIA POP451°
Ali’ Bumaye !
(Cassius Clay vs.Mohamed Alì in una notte africana)
con Rufin Doh Zeyenouin e Stefania Casiraghi
drammaturgia e regia di Paolo Trotti
Musiche composte da Tommaso Ferrarese
Prodotto in collaborazione con Teatri90
segnalato al JBT 2007*
Kinshasa 30 ottobre 1974. Mohamed Alì sale sul ring per il titolo del campionato del mondo dei pesi massimi circondato da 100.000 persone in delirio. Dal buio arrivano le voci di quei centomila. Poi una luce e una silouette. E’ Mohamed Alì. I guantoni in posizione di preghiera. La folla urla il suo nome e lo incita: "Alì Bumaye! Alì Uccidilo!". Lo spettacolo è il ricordo dell’incontro svoltosi alle 4 del mattino dopo una nottata di concerti, nello stadio imbrattato dal sangue dei prigionieri incarcerati nel sottosuolo. Il tempo è scandito dai gong dell’incontro, in cui Alì rievoca oltre alla sua carriera, anche l’America di quegli anni. A raccontarlo è un bambino di 13 anni che dalla Costa d’Avorio vide lo spettacolo in televisione. Dietro quel racconto c’è un’Africa molto simile all’Italia degli anni ’50, prima del boom economico. Rufin (un’ attore che solo l’indifferenza del sistema teatrale italiano riesce ad ignorare) impersona con rara maestria l’ “eroe” in cui si identificò tutto il popolo nero.
Rufin Doh ha lavorato in teatro con Paolo Rossi, Adriana Boriello, Cesare Lievi, Andrée Ruth Shammah. Nel cinema con Massimo Wertmuller, Aldo Giovanni & Giacomo e Ugo Gregoretti. In campo musicale con Elio, Fabio Concato, Eugenio Finardi. E’ autore di testi teatrali Gadua, vincitore del concorso ScenaMadre del “Festival D’africa” a Roma e Alì Bumaye!.
*JBT(Juke-Box Teatrale). Abbiamo chiesto agli iscritti della nostra mailing-list di segnalarci i tre artisti di ODISSEA 2007–FESTIVAL DELLA VALLE DELL’OGLIO che avrebbero desiderato rivedere. Assieme a Qui citta di M. dell’A.T.I.R e al Teatro dell’Opera dei Pupi, Ali è stato il più votato. Il primo non sarà in programma per impossibilità di date, Il Teatro dei Pupi presenterà a Romanengo un repertorio di 3 spettacoli.
sabato 3 novembre
LUCILLA GIAGNONI
Marilyn Monroe
Progetto e regia Michela Marelli
Testo di Michela Marelli e Lucilla Giagnoni
Musiche di Paolo Pizzimenti
Scene e luci di Alessandro Bigatti, Andrea Violato, Massimo Violato
Abito di scena Sartoria Bassani
Produzione teatro in-folio
Premio Persefone 2007
“Il teatro in televisione”
Una attrice vestita di bianco, un vento sale dal basso e le scompiglia la gonna. E' Marilyn Monroe, la riconosciamo tutti. L'abbiamo vista al cinema, sui poster, nelle pubblicità. E' diventata un mito, consacrata dalla morte precoce. Immortalata in alcuni films indimenticabili. Marilyn Monroe non ha bisogno di presentazioni. La conoscono tutti. Forse non hanno mai visto un suo film, ma l'immagine della bionda con il vestito bianco sollevato è un topos del nostro tempo. Marilyn Monroe però non è solo quella icona, dietro la diva, il mito, l'attrice, c'era una donna. Spesso infelice, ma sempre ironica e vitale. Una donna eccezionale. Vale la pena di conoscerla meglio. In un percorso incrociato, tra voce narrante e personaggio, Lucilla fa rivivere il mito, la maschera di seduzione “dell'oca bionda” creata ad arte per nascondere la fragilità di Norma Jeane. "Bisogna essere molto intelligenti per poter recitare la parte della sciocchina" scriveva un critico. E Lucilla ancora una volta magnificamente ci rimanda l'immagine sfolgorante di una stella, che splende anche quando la sua vita è finita, per la gioia (e l'invidia) di noi, comuni mortali, destinati solo a godere passivamente di quella luce.
sabato 17 novembre>>>>>>>>DANZA unica data in Italia
ERRE QUE ERRE (Barcellona)
Deberían Llover Cristales.
(Dovrebbe piovere vetro)
Creazione e interpretazione: Susana Castro, Mª Ángeles G. Ángulo, Mario G. Sáez, Teresa Navarrete, Ricardo Salas
Musica: David Crespo e Guim Serradesanferm (Balago)
Scenografia: Erre que erre - Luci: Carles Rigual
Styling: Jorge Pérez - Disegno grafico: Kike Segurola
Produzione esecutiva: Myriam Swanson
Promozione, distribuzione (e traduzione): Margherita Bergamo
Coprodotto da: Endansa, Les Golfes de Can Fabra, Theater Boulevard Festival, Hertogenbosch’s (Olanda) e Teatre de l’Estruch de Sabadell (Barcelona).
...diventammo sempre piú vulnerabili, sempre piú sensibili ed esposti ad essere feriti. Ed ogni volta piú aggressivi e pronti a ferire...
Cosa succede al corpo quando l'ira prende il sopravvento? Gli antagonisti si fissano negli occhi, il primo che cede e abbassa lo sguardo perde. La tensione aumenta, i nervi si tendono finchè la situazione esplode, perchè “come lo scorpione, rispondiamo all'approccio dell'altro come fosse un attacco”. I cinque danzatori in scena sono corpi perennemente in tensione, ricercano la calma, l'amore, ma ad ogni approccio dell'altro rispondono attaccando “come scorpioni d'inverno sembrano in letargo ma al minimo fuoco di calore scattano all'azione. Preparati per l’attacco, vulnerabili ma ogni volta piú aggressivi e capaci di ferire..”. Come i bicchieri di cristallo che delimitano la scena. L’alta tensione emotiva che sanno creare in scena, la raffinatezza del gesto e delle composizioni fanno di Erre Que Erre la Compagnia di punta della “nueva escena catalana”.
Erre que erre è un collettivo di artisti che dal 1996 sviluppa il proprio lavoro a partire dalla sperimentazione di nuove forme e concezioni della danza e del movimento. In questi anni hanno presentato le loro creazioni in U.S.A., Inghilterra, Germania, Olanda, Ungheria, Portogallo, Francia, Slovenia.
sabato 1 dicembre
TEATRINO CLANDESTINO
Ossigeno
di Ivan Vyrypaev
traduzione Alena Shumakova
adattamento, regia, scenografia e musiche originali Pietro Babina
con Fiorenza Menni e Marco Cavalcoli
costumi Fiorenza Menni con 051Bologna
tecnico Giovanni Brunetto
“Questa sera ascolterete dieci composizioni da un album nuovo: Ossigeno”. Inizia così la nuova produzione del Clandestino, che per la prima volta in Italia, mette in scena questo testo del pluri-premiato giovane autore russo Ivan Vyrypaev. Con forti tinte ironiche e beffarde, Ossigeno racconta la storia di due giovani Andrea e Andrea, un ragazzo e una ragazza, che si innamorano e che, attraverso la storia sgangherata del loro amore, ci parlano di come la generazione nata negli anni settanta, abbia ereditato un mondo ormai consumato. Scandito in dieci discorsi ispirati ai dieci comandamenti biblici, lo spettacolo testimonia della “nuova confusione mondiale” e di come quei fondamenti morali della nostra civiltà vengano quotidianamente trasgrediti e sbeffeggiati. Con una particolare struttura ritmica pop il regista ha costruito una partitura elettronica originale. Con rime articolate lo spettatore è immerso in una vera e propria situazione da discoteca/concerto in cui i due protagonisti come D.J. dietro una consolle rappano, cantano e si gridano l’un l’altro domande senza risposta rivolti al pubblico che è palesemente il loro referente privilegiato. L’impianto visivo della scenografia imprigiona a metà il corpo degli attori tra una cornice di neon e una trasposizione scarnificata di un’opera di Velasquez. I costumi, creati da giovani stilisti, completano l’emotiva contemporaneità dell’opera. Con Ossigeno il Clandestino si conferma fra le compagnie più visionarie dell’ultima generazione teatrale.
venerdì 7 dicembre
LABORATORIO TAZEBAU
presenta
CAROVANAINVIAGGIO
Col-lega-menti
Con Maruska Ronchi (danza)
Filippo Guerini e Francesco Guerini (chitarra acustica)
Lo spettacolo è basato sull’improvvisazione e sulla relazione suono-movimento. All’inizio il suono, vibrazione che si trasmette, attraverso legami, da corpo a corpo. Il corpo riceve impulsi e comincia a muoversi scoprendo una varietà di possibilità ma anche una serie di vincoli. La relazione che si crea tra corpo e suono è un dialogo, un continuo alternarsi di attività e passività. Una ricerca di interazione, un gioco di impulsi che si scambiano tra movimento e musica, fino a che corpo e musica si fondono e giocano insieme. La scenografia, così come i costumi, sono ridotti al minimo per mettere in risalto il movimento del corpo in relazione alla musica.
I Carovanainviaggio nascono dal desiderio di sperimentare l’interazione tra suono e movimento attraverso un lavoro di improvvisazione. I membri del gruppo, Maruska Ronchi (danza), Filippo Guerini (chitarra) e Francesco Guerini (chitarra), si sono incontrati appositamente per dar vita a questa performance.
Maruska Ronchi studia danza contemporanea con Maresa Cancelli. Approfondisce i suoi studi di teatro/danza con Ariella Vidach, Rosita Mariani, Franca Ferrari, Bianca Papafava, Benedetta Reuter, Andre’ Jolles, Doriana Crema, Giorgio Rossi, Clelia Moretti, Giulio Di Leo.
Filippo Guerini è chitarrista e insegnante di chitarra, ha pubblicato due CD col gruppo Vedda Tribe (“Vedda Tribe” e “Goodnight to the Bucket”). Fa parte del Circolo Italiano della scuola di chitarra Guitar Craft.
Francesco Guerini è chitarrista, ha pubblicato un CD autoprodotto con i Reno5 “Nuvole” e ha suonato in diverse formazioni in ambito territoriale.
INGRESSO GRATUITO
LABORATORIO TAZEBAU è una associazione culturale cremasca costituitasi nel 2005 per promuovere l’arte e la cultura del territorio; ha proposto due stagioni di eventi all’insegna della contaminazione tra le arti, nella propria sede (Bar Parko Bonaldi) e in collaborazione con altre realtà cittadine. Laboratorio Tazebau è già stato al Teatro G. Galilei nel 2006 con Nosferatu, sonorizzazione dal vivo dell’omonimo film di Murnau del 1922.
sabato 15 dicembre
YUNGCHEN LHAMO (Tibet)
UNICA DATA IN LOMBARDIA
Musica per l’anima
Concerto vocale
Assieme a Sainko e ad Urna è considerata una delle tre grandi voci asiatiche. Anversa, Seattle, Timisoara, New York, Mosca, Parigi: basta segnalare alcune date della sua ultima tournèe per capire la grandezza della “voce angelica”. La sua prima esibizione europea dodici anni fa a Venezia fu una rivelazione, una finestra aperta sulla spiritualità. Sola in scena, Yungchen minuta e affascinante cattura il pubblico intonando melodie capaci di evocare i cieli, con la bellezza della sua voce ci fa credere che possa esistere un pezzetto di paradiso sulla terra. Nel suo canto risuona un’eco potente e dolcissimo, un messaggio ineffabile intriso di speranza, di fede e di spiritualità: convinta com'è che questo omaggio possa evocare su tutti gli esseri viventi ogni sorta di benedizioni e promesse di prosperità.
Nata a Lhasa, Yungchen è fuggita dal Tibet dopo l'invasione cinese ed ha raggiunto Dharamsala, la residenza indiana del capo spirituale tibetano in esilio, il Dalai Lama. Dopo avere vissuto presso la comunità di rifugiati tibetani, si è trasferita in Australia dove, nel 1995, ha realizzato il suo primo CD “Tibetan Prayer”. Ha preso parte all'edizione '96 del WOMAD Festival in Gran Bretagna e ad altri prestigiosi festival internazionali, sempre riscuotendo un grande successo. Ha poi realizzato il suo secondo CD “Tibet Tibet” per l'etichetta Real World, raccolta di canti tradizionali tibetani che raramente l'occidente aveva avuto occasione di ascoltare.
sabato 12 gennaio 2008
COMPAGNIA KRYPTON – EGUMTEATRO
Nella solitudine dei campi di cotone
di Bernard-Marie Koltès
traduzione Anna Barbera
con Fulvio Cauteruccio e Michele Di Mauro
regia Annalisa Bianco e Virginio Liberti
scene Horacio De Figueiredo, costumi Marco Caboni, suono Otto Rankerlott
luci Loris Giancola, fonica Cristiano Caria
Una Produzione Compagnia Teatrale Krypton - Egumteatro – Mittelfest 200
“Se lei se ne va in giro a quest’ora e in questo posto desidera qualcosa che non ha e questa cosa io gliela posso dare”.
Con questa frase folgorante si apre uno dei testi teatrali più sconvolgenti e misteriosi del secolo scorso. Un incontro fra un venditore (dealer), Michele di Mauro ed un compratore, Fulvio Cauteruccio che si incontrano in una notte in un luogo indefinito per un commercio di cui non verrà mai rivelato l’oggetto: forse l’amore, forse qualcosa di illegale, forse il tempo, forse l’anima... In un dialogo serrato che è una sfida, i due attori si cacciano e si cercano come belve, inseguendosi in labirinti verbali violenti come uno scontro fisico. In un dialogo che potrebbe durare all’infinito, in un fiorire di allegorie fantasmagoriche. Parole che sono musica, musica delicata che tocca e stravolge l’anima con disperata necessità di affetto.
Nella solitudine dei campi di cotone è stato rappresentato per la prima volta in Italia nel 1992 da Piccolo Parallelo. La versione di Kripton - Egumteatro ha visto tre allestimenti di grande successo realizzati in luoghi della quotidianità: in un bar al Mittelfest di Cividale del Friuli, in un cortile della Casa del Popolo a Montalcino, in un frantoio a Radicondoli. La versione teatrale è la sintesi di questo viaggio nei luoghi della vita di uno spettacolo emozionante perché spettacolo sulla vita.
GIORNATA MONDIALE DEL RICORDO
sabato 26 gennaio – dalle ore 20,45
CANTO ALLA MEMORIA
orazione civile
da KALENDARIUM
Gli avvenimenti nel campo di concentramento di Auschwitz 1939-1945
di Danuta Czech
Ideazione
Marco Zappalaglio - Enzo Cecchi
un ringraziamento a Francesca Nodari
Oratore
ENZO CECCHI
Attori: Alessandro Arrigoni - Anna Carra - Laura Colonna - Luciana Mandotti – Marina Pavesi
Interventi del Coro civico ”P .Marinelli” di Crema del Civico Istituto Musicale “L. Folcioni” di Crema
Direttore e pianista
Maestro Simone Bolzoni
Violoncellista
Alessio Scaravaggi
Organizzazione musicale
Maestro Alessandro Lupo Pasini
Produzione Piccolo Parallelo - In collaborazione con Fondazione San Domenico - Crema
Teatro G. Galilei - Romanengo
Kalendarium. Gli avvenimenti del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau 1939-1945 è un testo di 800 pagine che documenta la storia del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, pubblicato in Italia nel 2007 (Mimesis Edizioni) è riconosciuto come il punto di riferimento di ogni ricerca sul Lager. E’ un registro cronologico dei fatti che quotidianamente avvenivano nel campo. L'autrice non vi aggiunge neppure un aggettivo: si limita a registrare giorno dopo giorno il funzionamento della gigantesca macchina di sterminio sulla base di una mole impressionante di documenti originali scritti dagli stessi autori dei crimini perpetrati nel campo. Pagina dopo pagina si penetra all'interno della macchina nazista dello sterminio scoprendone il meccanismo. A parlare in Kalendarium sono sempre i fatti: gli arrivi, le uccisioni, i numeri di matricola attribuiti ai deportati, il conto dei vivi e dei morti, il numero impressionante di bambini nati nel campo o sui convogli in arrivo, i premi alle SS più solerti. Anche Auschwitz, con le sue camere a gas e i forni crematori, aveva i suoi fornitori che lamentavano i ritardi nei pagamenti o che protestavano perché la manodopera non era abbastanza produttiva. Giorno per giorno si segue l'arrivo dei convogli da tutta l'Europa, lo sterminio degli ebrei, degli zingari, dei prigionieri di guerra sovietici. Fino ai giorni dell'Apocalisse, quando, incalzati dall'Armata Rossa, per non lasciare testimoni del genocidio i nazisti evacuarono il Lager. Col suo linguaggio asciutto, con la sua prosa ripetitiva ed essenziale Danuta Czech ha eretto un grandioso monumento in ricordo delle vittime di quella macchina infernale.
Quello a cui il pubblico assisterà in questa serata sarà una lunga veglia, una sorta di orazione civile. In scena un coro di 18 cantanti, un musicista e cinque attori. In un luogo rialzato un oratore, Enzo Cecchi, le cui parole pronunciate saranno unicamente quelle di Kalendarium. La musica ed i canti saranno commento al freddo resoconto dei fatti. In scena una grande pila di vecchi abiti e gli attori intenti alla loro cura.
Programma della serata:
ore 20,45 - entrata del pubblico. In scena l’oratore e gli attori
ore 21,20 - entrata in scena del coro ed inizio dell’interazione coro, musica, oratore, attori.
Terminata l’interazione con il coro, l’orazione continuerà fino alla completa uscita del pubblico.
Brani del coro:
J. Brahms, Ninna Nanna
W. A. Mozart, Ave Maria
G. De Marzi, Signore delle cime
Z. Kodalj, Stabat Mater
W. A. Mozart, Ave Verum Corpus
L. Bardos , Al Bivacco
Laude di S. Francesco
J. Brahms, Ninna Nanna
sabato 9 febbraio
TEATRO D’OPERA DEI PUPI SICILIANI - GIACOMO CUTICCHIO
Capolavoro del Patrimonio Immateriale dell’Umanità
segnalato al JBT 2007*
L’Opera dei Pupi è una forma di teatro presente in Sicilia dai primi dell’800, anche se alcuni studiosi hanno accertato l’esistenza di marionettisti che operavano a Siracusa già ai tempi di Socrate. Intorno al teatro fiorì un attività artigianale di pittori, scultori, costruttori di armature, che oltre a fornire le varie compagnie, influenzarono l’arte tradizionale siciliana. Le scene, i costumi e i pupi, alti circa 80 centimetri e manovrati a vista, sono tutti realizzati e dipinti a mano utilizzando tecniche tradizionali. Oggi questa tradizione è rinata e l’UNESCO fra 32 candidature mondiali ha scelto proprio l’Opera dei Pupi quale “Capolavoro del Patrimonio Immateriale dell’Umanità”.
Il Brigante Musolino
Regia di Giacomo Cuticchio
Testi e riadattamento Girolamo Cuticchio, Giacomo Cuticchio
Allestimenti, voce e 1° manovra Francesco Cuticchio
scenografia, voce e 1° manovra Giacomo Cuticchio
Movimentazioni scene, aiuto manovra Girolamo Cuticchio Jr
musiche, voce, chitarra battente, tamburelli Salvatore Meccio
Strumenti etnici a fiato Vittorio Catalano
Costumi e pupi sono pezzi storici della famiglia Cuticchio
La canzone “La vera storia del Brigante Musolino” è un pezzo originale di fine ‘800
Le vicende del famoso brigante d’Aspromonte che, a fine ‘800, riempì le cronache dei giornali. Una storia che appassionava il pubblico sia per la vicenda che per la bellezza dei costumi in epoca dei personaggi (dai carabinieri, alla corte per il processo, etc) e per gli innumerevoli effetti scenici che rendono preziosa e coinvolgente tutta la rappresentazione. Giacomo Cuticchio erede della tradizione, ne ha rielaborato i testi e l’allestimento aprendo il prospetto scenico del teatrino che di solito copre i manovratori. In questo modo lo spettatore assiste in contemporanea a due “spettacoli” quello dei pupi e quello dei loro manovratori svelandone la fatica e le tecniche della rappresentazione. Inoltre, in questa nuova versione del Brigante Musolino, l’accompagnamento musicale è affidato a musicisti di grande esperienza; in particolare il cantastorie, che intervalla la scansione delle scene, interpreta un pezzo originale di fine 800 tramandato fino ad oggi. Una parte della storia viene “cuntata” cioè raccontata con lo stile tipico del cuntastorie, artisti che operavano in Sicilia già dal 700.
Il Teatro dei Pupi proporrà a Romanengo altri 2 spettacoli del loro repertorio: domenica 10 (ore 15,30 per E DOMENICA..TEATRO) e martedì 12 (ore 9,30 per le scuole): Storia dei Paladini di Francia. Lunedì 11 alle ore 9,30 per le scuole: Rinaldo conquista le armi, la spada Fusberta e il cavallo Baiardo.
sabato 23 febbraio
MARCO BALIANI
Corpo di Stato
il delitto Moro: una generazione divisa
regia di Maria Maglietta
collaborazione drammaturgica Alessandra Rossi Ghiglione
ricerca iconografica: Eugenio Barbera
“Quanto a lui, bisognava che l'ascoltassero perché credesse alla propria vita”.
Albert Camus
16 marzo - 9 maggio 1978 due date scolpite nella storia italiana del secolo scorso: la data del rapimento e quella dell'assassinio di Aldo Moro da parte della Brigate Rosse. Baliani in prima persona racconta con passione quei giorni terribili, trovando nelle esperienze di una generazione quelle "piccole storie" che da sole possono tentare di illuminare la Storia più grande. Con l'ausilio di alcuni filmati ripercorre i momenti dolorosi senza perdere le atmosfere di quegli anni, gli entusiasmi, le sommosse metropolitane, le contraddizioni. Dei 55 giorni della prigionia di Moro racconta di come il tema della violenza rivoluzionaria abbia dovuto fare i conti con un corpo prigioniero e come questa immagine sia divenuta poi spartiacque per scelte fino ad allora rimandate. Sullo sfondo un grande schermo rimanda immagini della “grande Storia" da cui Marco Baliani esce ed entra con maestria. Dallo storico Kohlhaas a Corpo di Stato il tessuto è sempre lo stesso: il rapporto conflittuale tra esigenza di rivolta contro l’ingiustizia e l'assunzione del ruolo di giustiziere. A chi quegli anni non li ha vissuti il racconto di quel vivere dentro a un ordine violento suscita pietà e terrore, come assistere a una tragedia greca. 1978/2008, a trent'anni di distanza, ai giovani d'oggi, sarà come visitare un mondo che appare tanto lontano, quasi incredibile.
sabato 8 marzo
LUCIA VASINI - DANIELA PICCARI - GIORGIA MADDAMMA
Crepa
(comico noir)
Testo Ilaria Milandri
Pianoforte Luciano Titi
Filmati Antonio Monti
Regia: Milandri - Piccari - Vasini
Anteprima Nazionale
“Crepa” è la storia di due sorelle che devono eliminare il fratello per una questione di eredità e il sottotitolo “comico-noir” chiarisce bene il clima in cui si svilupperà tutto la vicenda. In scena due sorelle, il fratello/vittima che è anche pianista e lo spirito assassino che danza fra di loro. La vicende si svolgono in casa e in giardino con l’aiuto di proiezioni cinematografiche. Le presunte omicide si esercitano, ma non riescono ad essere quello che non sono e restano due figure comiche per la loro incapacità e confusione mentale. Sono delle inconcludenti o sono le eroine quotidiane che affrontano lo stress e tutti quei disturbi universali con cui si vorrebbe farla finita? In ogni caso l’unico personaggio chiaro e univoco è lo spirito assassino che attraversa danzando con lucidità le scene. Danza, recitazione tragicomica, tematica noir, musica, filmati: una pluralità di linguaggi che si fonde in scena con rara maestria con un finale a sorpresa. Una tragedia contemporanea vissuta con quella comicità che ci permette di ridere e di riflettere.
Lo spettacolo si segnala anche per il singolare passato artistico delle due protagoniste. Lucia Vasini proveniente da spettacoli con Paolo Rossi, Dario Fo, Bebo Storti e nel cinema con Gabriele Salvatores, Carlo Verdone, Marco Ferreri. Daniela Piccari proviene da una pluriennale esperienza con l’Odin Teatret di Eugenio Barba e poi il canto, i concerti jazz e rock sui testi di poeti romagnoli quali Tonino Guerra e Raffaello Baldini.
sabato 29 marzo
PICCOLO PARALLELO
Il Giardino delle arance e degli Angeli che piangono
Testo, scene, regia, luci e costumi ENZO G. CECCHI
Con Marco Zappalaglio ed Enzo Cecchi
Tecnico Massimo Guerci
Musiche di Amalia Rodriguez e Bevinda
Segnalazione al 42° Premio Riccione A.T.E.R. per il Teatro – 1993
Premio di Produzione Riccione A.T.E.R. per il Teatro – 1994
Un giardino testimone dell’incontro scontro di due personaggi: un viaggiatore, Carlo, e un muratore, Matteo. Da una parte il passaggio dei mesi e delle stagioni scandito dalla costruzione e distruzione del giardino, dall'altra itentativi di rapporto che si creano fra i due personaggi. La storia è molto semplice. Un viaggiatore arriva in un luogo e qui decide di fermarsi e di creare un giardino. Vicino lui abita un altro uomo, un muratore. Lo spettacolo è scandito da tredici scene, una per mese, da marzo a marzo dell'anno successivo. Da una parte lo scandire dei mesi, delle stagioni, della formazione e della distruzione del giardino, dall'altra i tentativi di rapporto, vicinanza o lontananza che si creano fra i due personaggi. Due uomini, due lingue, due mondi e un giardino testimone vibrante ed eternamente mutevole.
Lo spettacolo torna a Romanengo dopo essere stato presentato a Verona, Cosenza, Firenze, Pisa, Castiglioncello.
sabato 5 aprile
QUARTETTO EUPHORIA
Radio Euphoria - così è la vita
Marna Fumarola, violino
Michela Munari, violoncello
Suvi Valjus, violino
Chie Yoshida, viola
drammaturgia e testi Francesco Niccolini
regia Enzo Toma
Dopo il felice successo dello scorso anno ritornano a Romanengo con un nuovo spettacolo. Anche questa volta sono quattro. Ognuna molto diversa dall’altra, ognuna con un suo ruolo molto preciso. Passano tutto il tempo lì dentro, giorno e notte a trasmettere. Ma cosa trasmettono? Di tutto e per tutti: informazioni, sentimenti, giochi, destini, tutto mischiato, come il destino…Dentro una radio. Come in un film di fantascienza, ma invece di viaggiare dentro un corpo umano, oggi si viaggia dentro una radio. Sessanta minuti di programmi, musica, giornali radio, previsioni del tempo, canzoni con dedica, esperti che non rispondono, hit-parade, radiodrammi e molto di più. Ma, dentro quella radio, accade qualcosa di strano e difficilmente spiegabile: all’apparenza si tratta soltanto di quattro animatrici radiofoniche un po’ lunatiche probabilmente stufe di lavorare lì dentro. In realtà, se le guardi bene, se ne studi i comportamenti, le follie e lo strano repertorio musicale, può venire qualche dubbio: sarà davvero una normale radio oppure a Radio Euphoria, accade qualcosa di più? Le Quattro pazze musiciste, improbabili personaggi del giorno e della notte ci conducono come loro uso in un universo caleidoscopico ironico e surreale.
Radio Euphoria dà il buongiorno. Radio Euphoria dà la buonanotte… a tuttiiiiiiiiiiiii!
sabato 19 aprile>>>>>>>>>DANZA BUTHO
ATSUSHI TAKENOUCHI (Giappone)
In collaborazione con SpazioNU
U pipe
Con Atsushi Takenouchi, Yuko Ota, Sabrina Cunha, Massimo Pierini
Musica dal vivo: Hiroko Komiya, Luciana Manca, Paolo Franco
Coreografie: Atsushi Takenouchi
"L'energia non conosce fine, se si conoscono i luoghi della sua circolazione".
Dopo gli assoli di Yumiko Yoshioka e Tadashi Endo arriva a Romanengo un ensemble che vede in scena maestri giapponesi e giovani allievi riuniti in una esperienza unica. U pipe parla dell'uomo prendendo spunto da un fenomeno naturale: agganciando un tubo a forma di U al suolo, ad oltre 3.000 metri di profondità, e inserendo al suo interno acqua, il risultato è una continua fonte di energia. Questo tubo a forma di U inventato da uno scienziato giapponese negli anni 70, avrebbe messo in difficoltà l'uso di altre energie, come il petrolio…….. Così come accade nella profondità della terra, dentro ciascuno di noi c'è la possibilità di trovare il luogo di questa energia continua, ma è tenuto nascosto dalle convenzioni: la performance U pipe cerca di liberare questo spazio dell'uomo. Quattro danzatori: Atsushi Takenouchi e Yuko Ota dal Giappone, Sabrina Cunha dal Brasile e l’italiano Massimo Pierini. La musica di ambientazione sonora di Hiroko Komiya si mischia con gli elementi elettronici di Paolo Franco e vocali di Luciana Manca. Il risultato è un concerto visuale, dove danza e musica generano immagini surreali, liriche e grottesche.
Il BUTOH o Danza delle tenebre, descritta come il “Surrealismo della carne” è nata in Giappone negli anni 50 come un vero e proprio manifesto contro gli orrori della bomba atomica di Hiroshima. Da qui parte per interrogarsi sull'origine dell'universo, dell'uomo e del legame tra la vita e la morte. Danza fatta di gesti minimi o violenti, corpi flessuosi sottoposti a distorsioni disarmoniche. Corpi a volte coperti di un bianco dove l'identità sessuale è irriconoscibile. Il Butoh arriva in occidente negli anni '80 con Kazuo Ohno, Ko Murobushi e i gruppi Shankai Jukku (solo maschile) e Ariadone (solo femminile). Takenouchi appartiene alla seconda generazione formatosi con maestri come Tatsumi Hijikata, Kazuo e Yoshito Ohno. E’ creatore di un stile personale chiamato “Jinen” che significa “tutto”: la vita è ovunque e danzare con il flusso dell’universo è il Jinen Butoh. Dal 1980 anni lavora in Giappone, America, Europa, Asia con workshop e performance al chiuso e all’aperto concependole come espressioni della natura e della terra. Nel 2002 si è stabilito in Europa per un progetto artistico voluto dal governo Giapponese e lavora con danzatori di molti paesi europei. Dal 2007 collabora costantemente con un gruppo di allievi italiani che prende il nome di Jinen Group.
Atsushi Takenouchi terrà a Romanengo uno laboratorio di 10 ore. Le iscrizioni si ricevono entro il 5 aprile. Massimo 15 partecipanti. Info e iscrizioni 0373 729263. Vedi i dettagli alla pagina Le vie del cuore
sabato 3 maggio
PROGETTO NUR
Alkansa
regia, drammaturgia e coreografia Progetto NUR
con Alessandro Caproni, Nicola Cazzalini, Elisa Visconti
musiche dal vivo Umberto Bellodi
luci Massimo Guerci
Un lavoro fresco e originale che indaga con intelligenza e poesia mondi contemporanei lontani, come quello che dà il titolo allo spettacolo, Alkansa: un carcere minorile nel medioriente. Musica digitale suonata dal vivo, rituali quotidiani che scandiscono il tempo, un fascio di luce che divide vittime e carnefici, segnano il lavoro di Progetto Nur, giovane realtà teatrale che mette in scena con delicatezza e forte fisicità una storia di sogni rubati, di spiragli di luce, di incontri onirici. Poesia, emozioni, musica digitale suonata dal vivo e rituali quotidiani che scandiscono il tempo: l’effetto scenico è onirico, caratterizzato da tinte scure e bagliori diffusi.
La Compagnia è nata nel 2000 con il nome di Cippi Guitti, il gruppo ha lavorato a lungo come compagnia di teatro di strada e recentemente ha sviluppato, con il nome di Progetto Nur, un nuovo percorso teatrale. La formazione artistica si è sviluppata attraverso percorsi eterogenei che fondono tecniche della Commedia dell’Arte, del teatro di ricerca con la musica dal vivo. Attivi a livello nazionale, nel 2007 hanno collaborato con il Carnevale di Venezia, il Teatro Tascabile di Bergamo, Kai Bredholt (Odin Teatret) e Compagnia Brincadera.