Considerazioni - In margine ad un teatro
di Marco Zappalaglio
per Piccolo Parallelo - 1985

Generazione ferita la nostra, nella mente e nel cuore. Nella mente per aver creduto in troppe rivoluzioni, nel cuore per aver investito su queste ipotesi di vita, scariche d'affetto e nuovi rapporti d'amore finalmente pronunciati. Ci siamo lasciati fiorire sulle palpebre sguardi nuovi per cercar corpi segretamente sognati e dalle nostre labbra parole di fuoco che bruciano ancora la gola. L'esperienza comune frantumandosi ci ha resi estranei: nuove ginocchia si sono piegate davanti alla croce, fra api e architetti le distanze si sono fatte piu' lontane, nuovi luoghi del sapere ricevono corpi in toni grigi e rari blu, troppe galere si sono riempite accorciando la distanza fra la vita e la morte; mai cosi tanti corpi sfregiati in tempo di pace. Dovremmo dotarci di una macchina del tempo per cercare nel passato i segni di un presente cosi feroce che ci vede carichi di ricordi troppe volte detti.

DA QUI RIPARTIAMO, da questa memoria, concependola come "grado zero" da cui iniziare a riprogettare un futuro. Se ogni corpo ha un suo logo, il nostro luogo e' il Teatro che ci vedra' consumare idee ed energie e ci sta scoprendo carichi di diversita'. E' una strada la nostra che si sta delineando fra la passione d'agire e il cuore freddo della necessita'. Ci attrezzeremo meglio per percorrerla ridistribuendo le sensibilita' e aiutando il corpo a munirsi di piu' viste per meglio coglier le complessita' del mondo e le nuove differenze fra noi e gli altri.

Avremo un corpo ad "alta definizione" che usera' come terminali la propria pelle, gli oggetti e i materiali di cui si sentira' attratto. Un corpo desiderante continuamente alla ricerca di uno spazio da segnare con la propria presenza per costruirsi (col proprio agire) un ordine che la mente di volta in volta organizzera'.

Inventeremo storie desuete in cui esplorare gli inganni, i soprusi ed i suicidi non sempre detti.

Daremo corpo alle nostre visioni organizzandole in un mondo possibile in cui specchiarci non piu' sfigurati e nuovamente vitali.

Continueremo a cercare il piacere di esporci isolando gesti desideranti ed osceni.

La parola nascera' dall'esigenza di rompere il silenzio contro chi preferirebbe un Teatro suadente.

Ci lasceremo attrarre da oggetti e materiali inconsueti per caricarli di simboli e desideri, reinventandone un uso creeremo ambienti in cui il corpo vedra' realizzati i propri bisogni.

Come pirati ruberemo il tempo in cui moltiplicare le azioni piu' belle e gioiose, perche' senza di queste e' piu' freddo anche il cielo.

Ci vorra' tempo per tutto cio' ma questo tempo ci vedra' viaggiatori disincantati e partecipanti adatti.






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