PENELOPE NON ASPETTA PIÙ

 

Testo, regia interpretazione Enzo Cecchi (2021)

cura Gian Marco Zappalaglio

 

"Penelope non aspetta più" parla di donne che non sono eroine, ma le cui storie diventano assolute e distolte dal dolore personale, raggiungono una grandiosità addirittura epica. C'è la donna che come una grande madre raccoglie il marito devastato dalla guerra. Quella che invece, il marito appena ritornato, lo ammazza. C'è "la Gagia" dai tanti mariti e dei tanti figli che regolarmente lascia in giro. Ci sono le spose bambine obbligate a sposarsi ai "grandi invalidi di guerra" che riescono a riprendersi la vita. Ci sono le botte, le ribellioni, la pazzia. Si piange per ciò che accade in una notte di tempesta ululando al vento la propria disperazione. O per un parto in mezzo alla neve. Si ride con la donna che di mariti ne ha avuto quattro e li ha seppelliti uno di fianco all'altro. E ancora altre, belle, affascinanti storie. Donne, non eroine. Donne che hanno la necessità di ribellarsi e di vivere una vita decorosa con la miseria sempre alle porte. Storie che appartengono a qualsiasi parte dell'Italia. Guerra, dopoguerra, anni cinquanta, in tutta Italia c'è miseria e dai piccoli paesi persi nelle campagne, nelle colline, nelle montagne inizia il grande esodo verso le città. Verso la speranza. "Penelope non aspetta più" è una moltitudine di vite di piccole/grandi donne, raccontate con un poco di ironia e di leggerezza, ma sempre con pudore e con rispetto. E con tanto affetto verso queste donne che hanno avuto il coraggio di strappare le loro vite ad un destino già deciso da altri. Enzo G. Cecchi

Prima rappresentazione pubblica 18 settembre 2021. Torre Pallavicina (Bg). Mulino di Basso

 

Alcuni commenti del pubblico:

Mariese G. "Spettacolo incantevole. Mi è arrivato agli occhi e, dopo poche parole, sotto la pelle con la dolcezza e la durezza delle sue intense pennellate come in un quadro di Rembrandt. Espressione di una grande umanità e sensibilità. Grazie Enzo. Grazie di esistere Piccolo Parallelo. Lo consiglio! "

Fiorenzo G. "Bello "Penelope non aspetta più", ultima fatica, la cinquantesima, di Enzo Cecchi, che ha scritto un testo poetico, delicato, su un tema forte come quello della discriminazione e della violenza nei confronti delle donne che faceva, e per certi aspetti ancora fa, parte della nostra cultura quotidiana. E che con altrettanta poesia e delicatezza interpreta, solo in scena con pochissimi oggetti e luci fisse, con un tocco di quella dolce malinconia che può permettersi chi, alla fine di un lungo e tormentato percorso, è riuscito a fare pace con se stesso e la sua storia. Perché Enzo, in questo testo, parla indubitabilmente di se stesso, scavando a fondo e mettendo a nudo il suo essere e il cerchio sociale nel quale ha vissuto ed è cresciuto, nel quale abbiamo vissuto e siamo cresciuti tutti noi. E allora Enzo/Penelope parla di tutti noi e a tutti noi attraverso le storie di donne che ha conosciuto, accomunate dalle violenze subite da padri fratelli mariti, alle quali hanno diversamente reagito. Donne apparentemente sconfitte, ma che in realtà hanno saputo trovare, ciascuna per sé, una soluzione, hanno saputo, in qualche modo, decidere della propria vita, anche negando a se stesse la vita. E per questo vittoriose. Quelle donne ci insegnano che accettazione e reazione, o addirittura ribellione, possono coesistere non solo nella stessa persona, ma nella stessa situazione, nello stesso momento, anche il più catartico. E con questo testo, intimistico sì, ma profondamente sociale perché profondamente umano, Enzo ci insegna che per capire noi stessi, la vita, il mondo: per capire, dovremmo farci un po' donne. O almeno tentare. Grazie Enzo. Da non perdere

Lella R. "Profondo, vero. Di un passato ancora vicino e presente. È duro scrollarsi le tele di Penelope e smettere di aspettare per poter decidere della propria vita".

 

Le foto dello spettacolo




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