TORRIONI DI FUGA

ispirato a La rabbia di Pier Paolo Pasolini

di e con Marco Zappalaglio ed Enzo Cecchi

e con Roberto Natalini, Cristina Spettoli e atri tre motociclisti

“…LA RABBIA…nello stato di normalità non ci si guarda intorno, tutto intorno si presenta normale, privo dell’eccitazione e dell’emozione degli anni di emergenza. L’uomo tende ad addormentarsi nella propria normalità, si dimentica di riflettersi, perde l’abitudine a giudicarsi, non sa più chi è. E’ allora che va creato artificialmente lo stato di emergenza: a crearlo ci pensano i poeti...”

P.P. Pasolini, LE BELLE BANDIERE, ed Riuniti )

Nascosti i simboli di una ribellione mai avvenuta, un uomo vive il proprio stato di “normalità” quando improvvisamente è incuriosito dalla presenza di un militare e dalla Torre da cui è uscito. Nella normalità di un turno di guardia un militare è attratto dai torrioni che deve difendere e su cui sfoga l’erotismo fisso dei propri interessi.

L’uomo e il militare si incontreranno quasi casualmente. La velocità, la paura e l’indifferenza umiliano l’uomo che decide di dare l’assalto alla Torre. Il militare in lotta con la propria morale (che lo obbliga a difendere la Torre) e con i propri sentimenti che lo vorrebbero vicino all’uomo, è costretto ad una scelta…….. Tutt’ attorno uno stato di emergenza creerà il bisogno di ribelli.

Attratti da spazi sempre diversi in cui effettuiamo i nostri interventi teatrali – spesso modificati proprio in base a questi – abbiamo creato l’azione teatrale TORRIONI DI FUGA appositamente ed esclusivamente per uno spazio simbolico preciso: la terrazza del Cassero di Porta Saragozza di Bologna.






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