LIEVI SCARTI DELLA LUNA
Testo di Enzo G. Cecchi

PROLOGO

ESTERNO NOTTE - PETER , ELISA

PETER: Ti fermi o no, porca troia ti vuoi fermare?

ELISA: Lasciami stare Peter, tieni giù le mani

PETER: Hai fretta devi andare da tuo marito, da qualche amante? Ti fermi

ELISA: Caccia via le tue sporche mani...

PETER: Come mai di corsa chi attende la mia signora?

ELISA: Non mi fermo e non voglio sentire il tuo fiato, tieni giù le mani perdio

PETER: Scusami signora se ti sporco se ti faccio sentire il mio fiato. Calmati o ti faccio sputare il sangue dai denti dalla testa dagli occhi. Vacca

ELISA: Quante volte bisogna sbatterti la testa contro il muro per farti capire le cose? non ne voglio più sapere di te, non ti voglio più vedere, non ti voglio più incrociare, niente. Chiaro?

PETER: Ti ha ripreso in casa tuo marito ? non mi va bene. Te lo ripeto?non mi va bene. Sei la mia donna signora, calmati perdio

ELISA: Pensa a cercarti la dose, pensa a cercarti le vene, tieni giù le mani, tieni per te il tuo sangue. Trovati da lavorare fai quello che ti pare, lasciami perdere

Peter sta cercando di abbracciare Elisa, prima con tenerezza, poi violentemente e provocatoriamente

ELISA: Non voglio sapere niente di te , non voglio le tue mani. Lasciami:

Peter ed Elisa sono caduti a terra. Peter tiene immobilizzata Elisa.

PETER: Una volta ti piaceva, ti stavo sopra e ti sbattevo, adesso no? Mi hai rovinato la vita baldracca, stai qua te lo faccio piacere ancora. Ti piace è già diventato duro? Dove ti sbatte tuo marito? Già lui non ti sbatte più. Dove ti sbattono gli altri? Lo senti che è duro vacca?

ELISA: Non voglio sentire il tuo peso la tua puzza, drogato di merda di piscio di sangue. Lasciami non mi guardare non mi sporcare. Non ti amo non ti voglio mi fai schifo. Vai a cercare la tua droga vai a rubare i soldi a tua madre. Non ti amo non ti voglio mi fai schifo drogato di merda di piscio e di sangue.

Elisa è riuscita a liberarsi, anche lei è sporca di sangue e ha i vestiti stracciati. Peter rimasto a terra cerca di aggrapparsi ad Elisa.

ELISA: Non ti sputo non mi voglio sporcare. Non ti spacco la testa non ne uscirebbe niente. Basta vai via va . Non mi chiamare non mi cercare non passare dalla mia strada


PRIMA SCENA - PRIMO QUADRO

INTERNO NOTTE - GIORDANO - ELISA

La casa non deve rimandare ad un interno borghese, ma dare l’idea di una casa di passaggio. Giordano in mutande ascolta musica e parla al registratore

GIORDANO: “I fiori fradici sbirciavano dalla finestra, una sera tiepida di maggio . Sergio guardò il proprio corpo nudo , la pancia la pelle cadente, le rughe i capelli ormai grigi. Quarant’anni -sono messo male- e ancora le mani grassi e iniziò a danzare. Così nudo e ubriaco iniziò a danzare, ma era goffo...”

Entra in casa Elisa con i vestiti stracciati e sporchi. Si spoglia camminando ed entra in un’altra stanza. Lei e Giordano non si parlano. Elisa rivestendosi torna indietro con l’intenzione di uscire di casa.

GIORDANO: È venuto un ragazzo ieri pensavo fosse un tuo allievo. Di buona famiglia sembrava. Ha iniziato a dare in escandescenze, chiedeva dov’eri. Quella vacca di tua moglie diceva. Parlava parlava pieno di buchi alle braccia sembrava un drogato. Era lui il tuo amante? Non per sapere dove vai o perchè sei così ammaccata, potevi salutare dato che non ci vediamo da un mese

ELISA: Perchè non ti infili il pigiama qualcosa che non quelle mutande?

Elisa esce e rientra

ELISA: Non ho voglia di ascoltarti non ho voglia di parlare, lasciami in pace. Da quanto tempo non cambi quelle mutande?

GIORDANO: Ascolta

ELISA: Ascolta tu

GIORDANO: Sono stanco di essere il tuo paraculo, sono stanco delle tue lune, delle botte con i tuoi amanti e delle tue atroci malinconie quando sei sola. Sono stanco della tua aggressività e dei tuoi scatti di nervi e ... perchè se hai il nervoso te lo mandi via. Sono grande e se un tuo amante viene qua e mi dice vai a cagare so anche rispondergli. Affari tuoi se sei matta... T’invidio , le tue bugie i tuoi colpi di testa... se dobbiamo convivere qualche volta... non sarebbe più onesto se decidessimo di divorziare?

ELISA: Felice di vederti dolce casa. Non sto ironizzando. Ho visto che c ‘era il temporale e mi sono ricordata che tu hai paura dei temporali. Non vivo più con Peter e non avevo più voglia di dormire una sera da una amica una sera da un’altra. Non sto facendo la mogliettina pentita, non l’ho mai fatto. Non c’è niente da spiegare niente da capire. Non è che io non voglia divorziare, mi sento più protetta sapere che ho un marito una casa. Sono dieci anni che ognuno fa la propria vita, perchè rompere questo equilibrio? Sei sempre solo?

GIORDANO: Qualche settimana fa ai giardini... si dice passavo? Mi sentivo osservato, ci siamo guardati e siamo andati dietro un albero. Ho fatto l’amore con un uomo, non l’amore, una sfogata. Piacevole. Dopo mi sono detto che queste cose non si fanno, ma prima mi era piaciuto, anche dopo perchè ci siamo rivisti diverse volte. Non è stato ai patti , s’è preso una sbandata e a me non andava più di continuare. Non mi sono più tolto le mutande non mi sono più lavato perchè un po' di sbandata me la sono presa anch’io. In effetti comincio a puzzare.

ELISA: Devo risponderti? Mi verrebbe da dire fatti inculare da chi ne hai voglia. Ti è veramente piaciuto? Non riesco a fare neanche dell’ironia... mi scoccia. Potremo passare le sere a discutere delle misure dei nostri amanti ... puttana troia, sono piena di botte sporca di sangue una confusione totale e sto pensando se te l’ha succhiato infilato o che altro, o se ce l’aveva grosso. O se andrai ancora a uomini o se riprenderai con le donne. Ti ho sempre visto solo non riuscivo ad immaginare delle storie. È chiaro che ne hai avute in questi dieci anni anche se non ne abbiamo mai parlato

GIORDANO: Ti è passato il nervoso? Quel ragazzo che è venuto qua, carino per benino, mi sembrava un po' giovane e poi così stupido che non mi meraviglierei si facesse solo di acqua distillata. Era lui il meraviglioso Peter?

ELISA: Ho sognato che mi rubavano la macchina e piangevo, poi ho sognato una nave in mare e il mare sembrava un fiume. Siamo arrivati in un posto e lì c’era il capo del mondo e una processione di uomini e donne

GIORDANO: Ho iniziato a scrivere un romanzo forse per dare un senso alle mie serate. Ne avevo già scritto uno quando avevo vent’anni. Un fallimento non l’ha letto nessuno. Allora parlavo di un ragazzo che era fuggito di casa, una sorte di educazione sentimentale. Adesso vorrei parlare di un uomo di quarant’anni , uno come me. Squallido no? Non ci sopportiamo più io e te, ma siamo così soli che ci caschiamo sempre e ricominciamo a parlare

ELISA: Sembrava una processione sacra, poi sono ritornata indietro all’altro capo del mondo e c’era la neve e degli uomini in pelliccia (Elisa si sta addormentando). Ho paura di me dei miei uomini del futuro... mi aggrappo a tutto pur di non sentire questa paura , anche a te. Sono stanca ( si è addormentata )

GIORDANO: Un romanzo su di un quarantenne di nome Sergio che ha una moglie ed un figlio, non si sopportano e non si parlano. Vorrei scrivere una cosa crudele, tutti calpestano tutti e i sentimenti una convenzione per sopravvivere. Per adesso non riesco a scrivere, parlo al registratore, è come avessi bisogno di parlare non di scrivere. Come volessi raccontarmi delle storie. non riesco ad andare oltre l’inizio. Ho questo Sergio che balla nudo e ubriaco e sono fermo lì. Anche la mia vita è un fallimento. Mi piacerebbe... e dico solo sciocchezze. Mi piace parlare con te. Va dormire Giordano abbiamo parlato troppo nella nostra vita, va a dormire che la tua ex moglie è stanca e ha troppe ferite da dimenticare.



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