Un attore ed un regista avevano in passato lavorato esclusivamente assieme, poi la separazione. Da allora il regista non aveva più frequentato ambienti teatrali, l’attore aveva continuato la carriera riscuotendo piccoli successi.Dopo cinque anni dalla loro separazione, il regista che ha scritto un testo teatrale “Ostaggio di sè” per due personaggi, decide di rientrare in campo anche come interprete e chiama l’attore per l’altro personaggio.
SCENA PRIMA
Lo spazio scenico è la casa del regista: uno stanzone che sembra un misto fra un magazzino di cianfrusaglie e un luogo esoterico. Il regista canta, parla da solo e danza al suono di una musica orientale. Arriva l’attore ben vestito e subito a disagio per la situazione .
ATTORE: sono qua
Il regista sembra non accorgersene
ATTORE : sono qua
REGISTA: ho capito! entra
ATTORE: Onorato. Non sapevo che casa tua fosse diventata un deposito di scarti
Il regista continua a danzare, poi spegne il registratore e sorride
ATTORE : sono commosso per l’accoglienza calorosa. Non dico un abbraccio, ma un “ciao come stai? No. “ho capito, entra”.
REGISTA: non ti aspettavo così presto e la mia mente era altrove. Ciao come stai, vuoi entrare ora?
ATTORE: Stupito e costernato. Dobbiamo provare in questo posto?
REGISTA: Da qualche parte ci dovrebbe essere del caffè del thè o qualcos’altro se vuoi
ATTORE: ho accettato il tuo invito...
REGISTA: devo genuflettermi?
ATTORE: Ho accettato il tuo invito...non so
REGISTA: hai accettato il mio invito perchè sei senza lavoro
ATTORE : non ho ancora risposto si
REGISTA: non aspettare che ti corteggi o che strisci ai tuoi piedi
ATTORE: il tuo orgoglio e il tuo rancore non ti hanno mai portato da nessuna parte
Il regista è intento ad altre faccende
ATTORE: mi incuriosiva vedere quanto sei cambiato in questi cinque anni di eremitaggio
REGISTA: Cosa ne dici del testo?
ATTORE: E’ confuso, sembra scritto in uno stato alterato della mente. Avrei tante domande da farti
REGISTA: qualunque siano non troverebbero risposta. puoi toglierti la giacca e le scarpe se desideri
ATTORE: Non sei mai venuto ad un mio spettacolo
REGISTA: Avevo altri pensieri. Mi hanno parlato di te.... ho letto anche gli articoli, non credo di avere perso qualcosa. Trovi il testo brutto?
ATTORE: Non brutto... non si capisce cosa vuoi dire o dove vuoi arrivare. “Ostaggio di sè”, bello come titolo. E’ anche affascinante l’idea di un labirinto di specchi. “ho perso qualcosa?”.
Il regista accende il registratore
REGISTA: fammi vedere come ti muovi con questa musica
L’attore sta cercando di telefonare, ma non trova nessuno, poi tenta svogliatamente dei passi a ritmo di musica
ATTORE: Sembra che ti voglia esporre, poi però ti tiri indietro. Anche il tono, a volte è tragico, a volte grottesco e comico. Vai sempre di traverso, come un ragionamento fatto dalla mente in uno stato di alterazione. Non si capisce
REGISTA: Mi hanno parlato molto di te. Tutte le cose peggiori che si possono dire di un uomo
ATTORE : Parole di altri che fuggono con il vento
REGISTA: Sembra che nessuno voglia più lavorare con te . Dicono che sei presuntuoso e arrogante
ATTORE: Lascia perdere le maldicenze. Tu mi hai chiamato, avrai avuto i tuoi motivi. Io ho risposto, avrò avuto i miei motivi. (si guarda attorno) Dobbiamo lavorare in mezzo ai tuoi fantasmi?
REGISTA:. Dopo cinque anni ho voglia di fare uno spettacolo. A modo mio e con la pazzia che mi compete. Di me dicono che sono un balordo patetico. Dicono pure che io e te assieme potremmo ancora fare scintille
ATTORE: (prova a telefonare, ma non trova nessuno) Dicono dicono dicono.
Il regista danza a ritmo della musica, sembra assente
L’intero testo può essere richiesto a Piccolo Parallleo