OSTAGGIO  DI SÉ
Testo di Enzo G. Cecchi

Un attore ed un regista avevano in passato lavorato esclusivamente assieme, poi la separazione. Da allora il regista non aveva più frequentato ambienti teatrali, l’attore aveva continuato la carriera riscuotendo piccoli successi.Dopo cinque anni dalla loro separazione, il regista che ha scritto un testo teatrale “Ostaggio di sè” per due personaggi, decide di rientrare in campo anche come interprete e chiama l’attore per l’altro personaggio.

SCENA PRIMA

Lo spazio scenico è la casa del regista: uno stanzone che sembra un misto fra un magazzino di cianfrusaglie e un luogo esoterico. Il regista canta, parla da solo e danza al suono di una musica orientale. Arriva l’attore ben vestito e subito a disagio per la situazione .

ATTORE: sono qua

Il regista sembra non accorgersene

ATTORE : sono qua

REGISTA: ho capito! entra

ATTORE: Onorato. Non sapevo che casa tua fosse diventata un deposito di scarti

Il regista continua a danzare, poi spegne il registratore e sorride

ATTORE : sono commosso per l’accoglienza calorosa. Non dico un abbraccio, ma un “ciao come stai?  No.  “ho capito, entra”.

REGISTA: non ti aspettavo così presto e la mia mente era altrove. Ciao come stai, vuoi entrare ora?

ATTORE: Stupito e costernato. Dobbiamo provare in questo posto?

REGISTA: Da qualche parte ci dovrebbe essere del  caffè del thè o qualcos’altro se vuoi

ATTORE: ho accettato il tuo invito...

REGISTA: devo genuflettermi?

ATTORE: Ho accettato il tuo invito...non so

REGISTA: hai accettato il mio invito perchè sei senza lavoro

ATTORE : non ho ancora risposto si

REGISTA:  non aspettare che ti corteggi o che strisci  ai tuoi piedi

ATTORE: il tuo orgoglio e il tuo rancore non ti hanno mai portato da nessuna parte

Il regista è intento ad altre faccende

ATTORE: mi incuriosiva vedere quanto sei cambiato in questi cinque anni di eremitaggio

REGISTA: Cosa ne dici del testo?

ATTORE: E’ confuso, sembra scritto in uno stato alterato della mente. Avrei tante domande da farti

REGISTA: qualunque siano non troverebbero risposta. puoi toglierti la giacca e le scarpe se desideri

ATTORE: Non sei mai venuto ad un mio spettacolo

REGISTA: Avevo altri pensieri. Mi hanno parlato di te.... ho letto anche gli articoli, non credo di avere perso qualcosa. Trovi il testo brutto?

ATTORE: Non brutto... non si capisce cosa vuoi dire o dove vuoi arrivare. “Ostaggio di sè”, bello come titolo. E’ anche affascinante l’idea di un labirinto di specchi. “ho perso qualcosa?”.

Il regista accende il registratore

REGISTA: fammi vedere come ti muovi con questa musica

L’attore sta cercando di telefonare, ma non trova nessuno, poi tenta svogliatamente  dei passi a ritmo di musica

ATTORE: Sembra che ti voglia esporre, poi però ti tiri indietro. Anche il tono, a volte è tragico, a volte grottesco e comico. Vai sempre di traverso, come un ragionamento fatto dalla mente in uno stato di alterazione. Non si capisce

REGISTA: Mi hanno parlato molto di te. Tutte le cose peggiori che si possono dire di un uomo

ATTORE : Parole di altri che fuggono con il vento

REGISTA: Sembra che nessuno voglia più lavorare con te . Dicono che sei presuntuoso e arrogante

ATTORE: Lascia perdere le maldicenze. Tu mi hai chiamato, avrai avuto i tuoi motivi. Io ho risposto, avrò avuto i miei motivi. (si guarda attorno) Dobbiamo lavorare in mezzo ai tuoi fantasmi?

REGISTA:. Dopo cinque anni ho voglia di fare uno spettacolo. A modo mio e con la pazzia che mi compete. Di me dicono che sono un balordo patetico. Dicono pure che io e te assieme potremmo ancora fare scintille

ATTORE: (prova a telefonare, ma non trova nessuno) Dicono dicono dicono.

Il regista danza a ritmo della musica, sembra assente



L’intero testo può essere richiesto a Piccolo Parallleo






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