Teatri di pianura .2

Stagione 2010/2011


Calendario Serale


Inizio spettacoli ore 21,15 - apertura cassa ore 20


SONCINO — Ex Filanda — sabato 27 novembre 2010

NOTTURNO TRENTINO

SERATA DEDICATA ALLA VALLE DI CEMBRA (TN)

In collaborazione con

Azienda per il Turismo Altopiano di Piné e Valle di Cembra Strada del Vino e dei Sapori Colline Avisiane, FaedoValle di Cembra Comunità Valle di Cembra — Associazione Sorgente '90


La Valle di Cembra (Tn), bellissima e particolare, una volta chiamata la Valle dimenticata ora conosciuta come la Valle del Muller Turgau, dello Chardonay ma soprattutto per la cave di estrazione del porfido. Avevamo già conosciuto questa Valle negli anni '90 del secolo scorso e ce la siamo sempre portata nel cuore. Lo scorso anno un quasi casuale reincontro ci ha portati a ideare il Festival Teatrale Masi Invisibili. Sergio Paolazzi, l'associazione Sorgente 90, la Comunità di Valle e i Comuni di Faver, Lases, Cembra, Sover, Valda, Segonzano, Giovo, Albiano. E noi di Piccolo Parallelo. Un festival teatrale che in punta di piedi ha fatto riscoprire luoghi poco frequentati e quasi sconosciuti della Valle. Il primo evento cui avevamo pensato doveva essere un lungo racconto che nel corso dei mesi è diventato uno spettacolo vero e proprio L'uomo che correva tra le nuvole.

Ci piaceva l'idea di iniziare questa nuova avventura di Teatri di Pianura con un legame con ciò che avevamo appena lasciato. Quindi non solo uno spettacolo, ma una serata evento dedicata appunto alla Valle di Cembra, qualche immagine, lo spettacolo L'uomo che correva tra le nuvole, una festa con degustazione di prodotti tipici della Valle e in chiusura (sarà quasi mezzanotte) il poeta Giuliano Diaolin Natali con un breve reading di pesia nell'antico dialetto di Sovèr.


SONCINO — Ex Filanda — sabato 27 novembre 2010 — ore 21,15

PICCOLO PARALLELO (Cr) — SORGENTE '90 (Tr)

L'UOMO CHE CORREVA TRA LE NUVOLE

Testo Sergio Paolazzi — Enzo G. Cecchi

drammaturgia e regia Enzo G.Cecchi

Con Sergio Paolazzi, Marco Zappalaglio, Stefano Nardon Babol

e con la partecipazione di Enzo Cecchi

suoni e musiche dal vivo: Stefano Nardon Babol

Produzione Comunità della Valle di Cembra — Sorgente '90


L'uomo della valle ha bisogno di andare in cima alle montagne per vedere cosa c'è oltre. L'uomo corre immaginando il proprio presente alla ricerca di un passato sedimentato nel cuore e nella memoria, attorniato dalla leggerezza e dalla poesia delle nuvole. Il tutto con leggerezza, con ironia a volte, con commozione a volte. Nessuna immagine da cartolina, si parla di montagne, di Valle di Cembra, perchè vogliamo parlare di anima. In scena quattro personaggi. Un attore, GianMarco Zappalaglio, il rito. Le sue letture partono da descrizioni della valle, quasi antiche mappe di viaggiatori curiosi, per finire con parole di poesia. Un musicista, Stefano Nardon Babol, il mistero che con percussioni dal vivo "pervade" lo spettacolo. Tutti e due figure officianti — angeli. E un narratore, Sergio Paolazzi, che inizierà il racconto come uomo della Valle di Cembra, per diventare poco a poco un personaggio altro. Ed infine un'ombra, Enzo Cecchi, che danzando costruisce scale nel tentativo di andare oltre le montagne e le nuvole.


a seguire degustazione di prodotti tipici trentini.


ore 23,30

GIULIANO DIAOLIN NATALI

L'INDIFFERENZA ... 4 poesie ed un racconto su una coppia di serpenti


"Sono un' anima zingara rinchiusa nel segno lasciato da una penna su un foglio di carta, che prima o poi svanirà per tornare al punto da cui è partita ... e sulla carta resterà solo il solco di una piccola sfera e non avrà più colore ... Mi piace parlare, mi piace osservare, mi piace descrivere ciò che vedo nella lingua che, nella mia mente risulta più naturale ... non si tratta di tornare indietro e recuperare vecchi detti, si tratta solo di vivere e di parlare per come si è, vivendo il presente nella sua interezza ed il futuro nel suo essere un raggio di sole.Potrò sembrare un ottimista, magari lo sono, però si sta così bene ... " Diaolin



ROMANENGO — venerdi 10 dicembre

LA CORTE OSPITALE

NATI IN CASA

Con Giuliana Musso

di Giuliana Musso e Massimo Somaglino

regia Massimo Somaglino

Segnalazione al "Premio Ubu 2002"


... la nascita è una normale funzione del nostro corpo, non una malattia ...

Si nasceva in casa, una volta. Nei paesi c'era una donna che faceva partorire le donne. Era la levatrice, l'ostetrica insomma. Nati in casa racconta la storia di una donna che fu levatrice in un paese di provincia ancora rurale. Una vicenda che non si trova nei libri di storia ma nel ricordo delle persone. Storie come queste: quando in quel paese nacquero cinque bambini sani in un sol giorno; quando fece nascere un maschio dopo nove femmine e lo alzò al cielo come un piccolo Mosè, quando una giovane donna incinta si voleva buttare nel fiume, quando erano così poveri che il bambino appena nato lo adagiarono in un cassetto ... Eventi straordinari di vita quotidiana. O eventi quotidiani di una vita straordinaria. Come nascere. Lo spettacolo ha avuto la nomination al Premio Ubu 2002 come miglior attrice.

" ... il monologo scritto da Massimo Somaglino che firma la regia e da Giuliana Musso, bravissima interprete ( ... ), rappresenta certamente un piccolo evento da non perdere. Roma — La Repubblica — Nico Garrone



ROMANENGO — da giovedi 13 a sabato 15 gennaio 2011

PICCOLO PARALLELO CECCHI — ZAPPALAGLIO

MARTÈN DELLE ONDE

testo e regia Enzo G. Cecchi

Con Gian Marco Zappalaglio, Enzo G. Cecchi, Michele Dallagiacoma

Segnalazione al Festival "Narni Opera Prima 1988"


Lo spettacolo rivelazione di Piccolo Parallelo del 1987 viene ripreso dopo 23 anni nella messa in scena originale. In uno spazio invaso da 5 quintali di granoturco si sgrana la tragedia dei tre fratelli contadini. Martèn è il soprannome del capostipite di questa famiglia, L'uomo delle onde è la traduzione di un termine giapponese (rònin, uomo trascinato dalle onde) che indica il Samurai senza padrone. Dopo alcuni anni di separazione tre fratelli si ritrovano per una notte nella casa natale dove il più anziano che li ha convocati continua ostinatamente ad abitare. È la notte che precede il matrimonio del più giovane, Andrea che vuole ritornare al paese e viverci con la futura moglie. Alessandro detto Ciandri era uscito di casa dopo la morte della madre e di lui non si era saputo più nulla. Francesco il più anziano detto Cesco sente il ruolo di "pater familae", ha comperato la casa dove erano nati ed è contadino. Aspetta i fratelli e vuole festeggiare. Questi tre fratelli sono tre "rònin" tre persone isolate, indurite dalla vita e corazzate di orgoglio che nè gli affetti nè scontri riescono a scalfire.


MARTÈN DELLE ONDE

così la stampa 1987/1991:


« ... un lavoro vivido intenso, uno dei migliori in assoluto realizzati dai gruppi teatrali delle ultime generazioni».
PAESE SERA, M. Palladini


« ... uno spettacolo avvincente per la sua carica di verità e per la rara capacità di attingere a radici popolari».
LA REPUBBLICA, F. Quadri


«Un'opera che aggiunge ad una visceralità poetica l'armonia della forma. Un'opera/spettacolo da ritenersi "compiuta" nella sua realizzazione rigorosa ed efficace».
IL POPOLO, I. Mezza


« ... conviene segnalare in rosso questi due giovani attori, come una alternativa concreta al dilagante Teatro del consenso».
IL MANIFESTO, G. Manzella


« ... C'è una qualità sotterranea che corre dietro ogni azione, c'è la voglia di guardare il reale e di trascriverlo senza misticismi».
L'UNITÀ, A. Marrone


« ... Un crescendo emozionale lega scena dopo scena, ed anche il passato, presente futuro dei tre fratelli, caratterizzati da nodosità comportamentali da cui scaturiscono le tensioni che portano ad una mirabile "scena madre" finale».
SIPARIO, S. Franci


«Martèn sembra uno spettacolo freddo e tormentato, monotono e inquieto. Ma questi contrasti non sono affatto negativi: anzi vivono nello spettacolo una certa concretezza e sincerità che forse è il dato più interessante ... ».
LA REPUBBLICA, Anna Bandettini


«È uno spettacolo di scabra suggestione, da "nuovo" teatro povero in cui si avverte ancora un certo scompenso tra parola ed azione, tra racconto gestualità e corporeità».
LA STAMPA, Guido Davico Bonino


«Martèn ... si propone come "teatralità originaria". È una forma di spettacolo drammatico che intende comunicare l'esperienza metafisica nascosta tra le pieghe del pensiero umano e che cerca di completare la parziale immagine della realtà, integrandola con una visione più completa del mondo e dei suoi misteri. Il gruppo di Bologna tenta di raggiungere il traguardo con grande semplicità di mezzi».
IL CORRIERE DELLA SERA, Emilia Costantini



RUDIANO — sabato 29 gennaio — Auditorium scuole elementari

L'ATALANTE OUVERTURE DES SAPONETTES — UN CONCERTO PER BOLLE DI SAPONE

di e con Michele Cafaggi

Regia Davide Fossati

per adulti e ragazzi


Uno spettacolo unico che sa stupire e incantare adulti e bambini. Un eccentrico direttore d'orchestra vi porterà nel mondo fragile e rotondo delle bolle di sapone. Un "concerto" dove l'imprevisto è sempre in agguato; dagli strumenti musicali non nascono note, ma bolle: giganti, rimbalzine, da passeggio ... Uno spettacolo di "magia" che trasporta il pubblico in un'atmosfera incantata. Un Direttore senza orchestra, musicista senza strumenti, cantante senza fiato per un concerto anomalo, per pensieri fragili, leggeri, pensieri silenziosi. Come bolle di sapone. Lo spettacolo è nato in collaborazione con il Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano, è stato rappresentato in numerose rassegne teatrali, festival in Italia, Corea e Cina.



SONCINO — Ex Filanda — venerdi 4, sabato 5 febbraio

CSS — TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

L'ARTE E LA MANIERA DI ABBORDARE IL PROPRIO CAPOUFFICIO

PER CHIEDERGLI UN AUMENTO

di Georges Perec

con Rita Maffei

traduzione di Letizia Pellizzari Gusella

regia di Alessandro Marinuzzi

assistente alla regia e allestimento Federica Mangilli


Il testo esplora la casistica della richiesta di aumento, esaurendone tutte le probabilità (circa 250) in un gioco ironico e crudele in cui si espongono mille varianti e tentativi improbabili. Un lungo tavolo al centro della sala, una tovaglia bianca ingombra di una miriade di oggetti ... e un trenino che col suo ciuf ciuf accoglie gli spettatori ammessi a questa sorta di training o seduta di autocoscienza che è L'arte e la maniera ... La vicenda dell'impiegato/a che vive ed invecchia all'interno della stessa azienda illudendosi di ottenere un aumento di stipendio è ormai storia più metafisica che fantozziano o donchisciottesco. Siamo di fronte ad un eroe appartenente ad un mondo fantastico che si scontra con una realtà incongrua. L'attrice in un'appuntabile completo da hostess aziendale, incarnando la figura maschile o femminile coinvolge gli spettatori attorno al tavolo in un sorta di inesorabile gioco dell'oca .



ROMANENGO — venerdi 18 febbraio

FACTORY COMPAGNIA TRANSADRIATICA

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

di Willian Shakespeare

Con Milos Andjelkovic, Nino Bruno, Angela De Gaetano, Chiara De Pascalis

Enrico Di Giambattista, Milivoje Lakic, Ana Mulanovic, Luca Pastore, Fabio Tinella

regia di Tonio De Nitto

luci di Davide Arsenio — elementi di scena Francesca Carallo

Progetto speciale di cooperazione delle Regioni Puglia e Abruzzo con i paesi dei Balcani nell'ambito del programma NPPA Interreg IIII Cards Phare Factory.


Eccoci di nuovo davanti ad una commedia di Shakespeare, un riconoscibile antenato della soap opera. A ama B che però ama C che ama D e se poi sia D che B per incanto decidono di amare A? vuol dire che B e D e A e C non potranno che essere rivali. E via con tutte le varianti possibili. La lingua shakespeariana è attraversata dalle molte lingue degli attori in scena che giocano a restituire i differenti piani dell'azione: la spigolosità del serbo-croato per le schermaglie amorose, l'improbabile inglese usato ogni tanto come lingua comune, il continuo gioco di scambi degli amanti che sotto influsso magico perdono la propria connotazione linguistica. E la musica e le canzoni che si sostituiscono in più di una scena all'originale drammaturgia di Shakespeare. Un'opera fresca e vitale prima prova di questa giovane e originale compagnia multietnica.



CASTELLO DI PADERNELLO — da giovedi 24 a sabato 26 febbraio

PICCOLO PARALLELO CECCHI — ZAPPALAGLIO

RE LEAR DELLE NEBBIE

testo e regia Enzo G. Cecchi

con GianMarco Zappalaglio ed Enzo G. Cecchi

e con Anna Carra, Angelo Lucchi, Giovanni Massimo


Un uomo anziano aggrappato al proprio territorio e alla propria casa si ritrova a fare i conti con i propri figli nati in generazioni diverse che non vede da anni. Tutti hanno nei confronti del padre dei rancori, dei "conti da regolare". Di otto figli, cinque rispondono "all'appello", di tre si sono perse le tracce. La motivazione per ritrovarsi è una lettera del padre che li chiama a raccolta perchè vuole dividere l'eredità. Fra incomprensioni, dolore e un affetto che non si è mai manifestato, l'incontro prenderà le pieghe della resa finale dei conti. Tutti contro tutti in una ormai forzata impossibilità di ricucire con il passato e con il presente. Come in un moderno Re Lear che chiama a se i figli nel tentativo di riconsegnare loro una impossibile eredità. L'incipit dello spettacolo, sarà lo stesso di Martèn di 22 anni fa, una lunga genealogia raccontata al buio e rumori di passi nella notte, ma gli sviluppi totalmente differenti.



ROMANENGO — sabato 5 marzo >>> TEATRO DANZA

BALLETTO CIVILE

COL SOLE IN FRONTE

Con Maurizio Camilli e Ambra Chiarello

ideazione, drammaturgia e scene Maurizio Camillii

scrittura fisica e messa in scena Michela Lucenti

disegno luci Stefano Mazzanti Produzione Balletto Civile/ CSS Teatro Stabiledi innovazione del FVG Opera Estate Festival Veneto e Teatro Due Parma.

Premio della Critica 2010 — ANCT


Vestito bianco griffato, con la marca dei boxer vistosamente firmati, fisico palestrato, tutto dedito alla cura di sé, è un rampollo malato di business, erede di una fabbrichetta che gli ha alzato la posta della vita. È figlio di quel Nord Est ricco e opulento, tutto soldi e divertimento, che genera giovani mostri. Fino al delitto. E uccidere i genitori diventa azione indolore che: «lasciando stare la questione affettiva, tutti dovrebbero fare». Lo spettacolo sospeso fra realismo e astrazione è un viaggio sorprendente nei complessi abissi dell'animo umano a partire dai nuovi mostri mediatici, prodotti dai più efferati fatti di cronaca nera. Maurizio Camilli alternando toccanti assoli danzati a belle prove d'attore ha la simpatica faccia d'angelo, dietro la quale, però, si cela il demone. Un' interpretazione che gli ha valso ilPremio della Critica 2010



RUDIANO — sabato 12 marzo — Auditorium scuole elementari

PICCOLO PARALLELO CECCHI — ZAPPALAGLIO

CARAVAGGIO ... I FURORI

Premio Vetrine E.T.I. '96

Con GianMarco Zappalaglio

testo, regia, luci, scelte musicali Enzo G. Cecchi

Musiche di E. De Cavalieri, J. Arcadelt, O. De Lassus, Talking Head


Piccolo Parallelo ripropone uno spettacolo che da 16 anni sta portando in giro per il mondo.Caravaggio è una sorta di autobiografia immaginaria basata su ipotesi ed avvenimenti reali. Scritto e diretto da Enzo Cecchi, mette in scena la storia dell'artista negli ultimi momenti della sua vita. Unico interprete è GianMarco Zappalaglio che veste panni dell'inquieto artista. Il Caravaggio dello spettacolo, segregato a Napoli e poi morente a Porto Ercole, è un uomo febbricitante e stanco, consapevole di essere ingombrante come persona e come artista, cosciente di essere "parte infetta" da eliminare. Da qui i furori come la consapevolezza della propria diversità artistica, consapevolezza del proprio tempo e del proprio destino.

Lo spettacolo prodotto nel 1995 è stato presentato in Russia (San Pietroburgo), Germania (Amburgo, Monaco, Colonia), Olanda (Amsterdam, L'Aia), Canada (Montreal), Londra, Stoccolma, Malta, Salonicco, Bruxelles, Vienna, Lubiana e nelle principali città italiane.



CASTELLO DI PADERNELLO — 24,25,26 marzo — 1,2,3, aprile

PICCOLA COMPAGNIA STABILE DI BRESCIA

LA PICCOLA CITTÀ

di Thornton Wilder

Regia, scene, costumi di Giacomo Andrico

Con Gianluca Alberti, Stefania Caldognetto, Renato De Marco Stefano Facoetti, Antonio Palazzo, Valentina Pescara, Emanuela Sabatelli, Matteo Bertuetti, Luca Rubagotti, Sara Martina Venosta

Al pianofo Claudio Smussi — Musiche di scena Claudio Smussi


La piece (Premio Pulitzer nel 1938) racconta la semplice vita degli abitanti di una cittadina immaginaria degli Stati Uniti d'America del secolo scorso. Ma le vicende di questo villaggio diventano la proiezione dell'eterna vicenda dell'umanità. Il senso poetico del quotidiano e la percezione dell'esistenza come parabola effimera, caratterizzano l'opera. Per questo allestimento di La piccola città si indaga una narrazione del quotidiano, si cerca il racconto dei gesti di ogni giorno e gli attori portano con loro un modo di esprimersi ora realistico, ora minimale e anti — eroico. Gli attori, sul palco, sono fin dai tempi più antichi delle divinità; in questo caso esprimono la loro dimensione sacra in quanto rappresentazione di una umana quotidianità; semplici uomini che lasciano traccia nello spazio che abitano anche delle loro parti fragili ed oscure.



ROMANENGO — sabato 26 marzo

SILVIO CASTIGLIONI ed EMANUELA VILLAGROSSI

in IL VAMPIRO O LE CONFESSIONI MANCATE

di Andrea Nanni

da John William Polidori e Marina Cvetaeva

Regia Giovanni Guerrieri

film Filippo Ticozzi

costumi Georgia Galanti / FRAV Milano

luci Luca Brolli — suono Gianmaria Gamberini

produzione Celesterosa, I Sacchi di Sabbia


Il mito del signore della notte, il non-morto che si nutre del sangue di creature giovani e belle, nato dalla fantasia popolare nel secolo scorso fino alla recente saga di Twilight continua a rigenerarsi. Il racconto originale di Polidori contiene già tutti gli ingredienti del repertorio gotico romantico: il naufragio dei buoni sentimenti, l'innocente come vittima designata, l'amore come territorio di caccia per predatori senza scrupoli. Questo vampiro ripercorre le tappe di un viaggio iniziatico che da Londra attraversa le rovine di Roma e di Atene per poi tornare a Londra in un moltiplicarsi di maschere sociali dietro le quali affiorano pulsioni inconfessabili, in bilico tra omosessualità e incesto. Nel racconto la vittima si trasforma a sua volta in carnefice e il gotico si fa specchio di una sensibilità contemporanea intrisa di crudeltà. Uno specchio oscuro che fa balenare spettatori la possibilità che il male si intrecci indissolubilmente con l'incarnazione della bellezza.



SONCINO — nei sotterranei della Rocca di Soncino adiacente all'Ex Filanda
da giovedi 14 a sabato 16 aprile

PICCOLO PARALLELO CECCHI — ZAPPALAGLIO

IL POEMA DI GILGAMESH

Con GianMarco Zappalaglio, Enzo Cecchi

Riscrittura e regia Enzo G. Cecchi

Luciana Mandotti, Angelo Lucchi, Anna Carra, Giovanni Massimo

e altri in via di definizione


Gilgamesh è il primo poema epico che l'umanità conosca e narra le gesta del leggendario Re sumerico, Gilgamesh, alle prese con il problema che da sempre ha assillato l'uomo: la morte e il suo impossibile superamento. Originariamente le vicende narrate avvengono nell'antica Mesopotamia, l'odierno Iraq, "la terra dei fiumi" il Tigri e l'Eufrate. Il Poema si articola su quattro temi principali: il viaggio, le tradizioni, l'amore e la morte. Nel poema compaiono molte affinità con i testi biblici e con l'epica classica, le vicende narrate hanno risvolti etici, filosofici e antropologici affrontati con una tale maturità e bellezza poetica, che da tempo la critica letteraria ha elevato il poema al rango di capolavoro, accanto alle opere di Omero, Virgilio e Dante. Lo spettacolo è stato presentato nel 2009 al Festival Odissea e nell'estate 2010 in una cava di porfido in Trentino. Viene ora riproposto sempre in forma itinerante e ambientato nei sotterranei della Rocca di Soncino adiacente all'Ex Filanda.


Posti limitati, si consiglia la prenotazione: tel 0373 729263

mail: info@piccoloparallelo.net




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