sulla vita e l’opera del pittore Michelangelo Merisi detto Caravaggio
Romanengo (CR), Teatro G. Galilei - 29 novembre 1995
PREMIO VETRINE E.T.I. ‘96
testo . regia . luci . scelte musicali
Enzo G. Cecchi
con
GianMarco Zappalaglio
Costumi
Edi Zappalaglio
Musiche:
De Cavalieri - J. Arcadelt - O. De Lassus - Talking Head
Al decimo anno di tournèe dopo Montreal, Londra, Stoccolma, Bruxelles, Malta, Lubiana, Monaco, Colonia, Amburgo.. Caravaggio...i furori approda in Russia. Su invito del Console Generale d'Italia lo spettacolo verrà rappresentato giovedi 3 novembre 2005 a San Pietroburgo presso il Teatro del Museo Hermitage.
Per costruire lo spettacolo sono partito dalla visione dei suoi quadri confrontando mie idee ed ipotesi con gli studi di Roberto Longhi, Mia Cinotti, Mina Gregori, Maurizio Calvesi e il film di Derek Jarman.
Nella ricerca storica sulla vita del CARAVAGGIO vi sono alcuni vuoti in parte riempibili con deduzioni e ipotesi. Uno di questi vuoti, forse il più grande, riguarda gli ultimi mesi del suo soggiorno napoletano, l’imbarco per Porto Ercole e la sua morte.
Una mia ipotesi è che CARAVAGGIO fosse segregato a Napoli per essere protetto dai sicari che già lo avevano aggredito e lo volevano morto, ma anche per essere usato come ostaggio per eventuali baratti e altre speculazioni.
Il nostro CARAVAGGIO segregato a Napoli e poi morente a Porto Ercole è un uomo ferito e stanco, consapevole di essere ormai ingombrante come persona e come artista, consapevole di essere “parte infetta” da eliminare.
Nello spettacolo ho perlopiù utilizzato brani da “Rappresentazione di anima e corpo” di Emilio De Cavalieri (la cui formula del “recitar cantando” ha avuto a mio avviso diverse influenze sulla pittura del CARAVAGGIO) e madrigali di Lassus e Arcadelt conosciuti e cantati a Roma i cui spartiti compaiono dipinti nei ritratti dei vari musici e suonatori.
...I FURORI come la fretta di vivere e di dipingere, come gli eroici furori di Giordano Bruno, come i grandi cambiamenti che con il nuovo mondo attraversavano la vita sociale, politica e religiosa di quell’epoca.
... I FURORI come la consapevolezza della propria rivoluzionarietà e diversità artistica, consapevolezza del proprio tempo e del proprio destino.
...I FURORI come l’assioma che abbiamo utilizzato come nostro punto di partenza per far vivere il nostro CARAVAGGIO: il “carattere” bergamasco ancor più che lombardo che accompagna tutta la vita personale ed artistica del pittore.
Enzo G. Cecchi
Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO (Sett. 1571 - Lug. 1610) è un pittore la cui vita e opere sono state vissute in maniera contrastante attraverso i secoli, le direttive artistiche, le sensibilità e i codici morali. Con il ‘900 è iniziata la sua grande riscoperta e rivalutazione. Si è compreso fino in fondo la rivoluzionarietà della sua opera, l’uso dei modelli, del colore e della luce. Si è cercato di rileggere in maniera diversa la sua vita rivedendola alla luce di un particolare ambiente e periodo storico. Nonostante ciò rimane il fascino nei confronti di quest’uomo e lo stordimento ipnotico della forza dei suoi dipinti. CARAVAGGIO segnò irreversibilmente la pittura che venne dopo di lui. Nei suoi quadri le Madonne sottili ed efebiche divennero vigorose donne del popolo, i santi angelici si incarnarono in poveri operai e rustici pastori imponendo una lettura dei soggetti sacri totalmente estranea ai critici d’allora. Pico Cellini disse che alla mostra di Milano del 1951, operai e gente comune guardando i quadri facevano commenti tali da superare a volte qualsiasi dato tecnico e critico.
Documenti
Elenco delle città in cui è stato presentato lo spettacolo